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Verona 30/12/2015

Incendio in casa riposo per anziani nel veronese, 11 in ospedale

VERONA - Sono undici le persone che sono state portate in ospedale per sospetta intossicazione da fumo in seguito all'incendio divampato in una stanza di una casa di riposo di via Bertani a Grezzana, nel veronese.

Si tratta di sei degenti, tre operatrici, due carabinieri. Scattato l'allarme antincendio, un vigile del fuoco in congedo, che si trovava all'interno della struttura in visita a un degente, è intervenuto con un estintore spegnendo le fiamme divampate in una stanza al primo piano dello stabile.
I pompieri di Verona intervenuti con tre mezzi e 14 operatori hanno aiutato gli addetti della casa di cura a concludere l'evacuazione degli ultimi due ospiti, ancora all'interno delle sei stanze interessate dal fumo sprigionatosi a cause delle fiamme. Sul posto il personale l sanitario del Suem 118 con diverse ambulanze, i carabinieri della locale stazione rimasti intossicati durante le operazioni di evacuazione degli ospiti. L'ala della casa di cura interessata dalle fiamme è al momento inagibile, gli ospiti sono stati trasferiti in un'altra sezione.

Al vaglio dei tecnici dei vigili del fuoco le cause che hanno innescato l'incendio. Le operazioni di messa in sicurezza della struttura sono terminate intorno alle 21.00

 

Fonte:http://oggitreviso.it/incendio-casa-riposo-anziani-nel-veronese-11-ospedale-125027

VITTORIO VENETO 30/12/2015

Casa a fuoco, famiglia evacuata

Paura in via San Tiziano martedì sera

VITTORIO VENETO - Ha dovuto trovare un rifugio alternativo per la notte la famiglia che ieri sera è stata evacuata a causa dell’incendio che ha interessato l’abitazione di via San Tiziano.

 

Erano circa le 20 quando un passante ha notato che dalla vecchia casa di Ceneda uscivano fiamme e fumo e ha avvertito i Vigili del Fuoco. All’interno dell’abitazione una famiglia che stava per sedersi a tavola e che non si era ancora resa conto che al piano superiore le stanze erano invase dal fumo.

 

L’incendio è scaturito dal camino, per cause ancora da chiarire. Sul posto tre squadre dei Vigili del Fuoco che hanno spento le fiamme e rimesso in sicurezza gli ambienti.

Nessun ferito ma l’agibilità dell’abitazione è da verificare.

Fonte:http://oggitreviso.it/casa-fuoco-famiglia-evacuata-125013


LORIA  29 Dicembre 2015

Va a fuoco il tetto della casa,  famiglia sfollata

Cinque persone costrette a dormire da parenti. Le fiamme sprigionate dalla canna fumaria, danni ingenti

 

«Non ci spieghiamo proprio come sia potuto accadere - dice Chiara Campagnolo - utilizziamo il metano per riscaldarci. Oggi avevamo acceso il caminetto, ma quando siamo usciti di casa c'erano appena poche braci». «Le canne fumarie sono in acciaio, con isolamento - aggiunge Ivan - ci ritenevamo al sicuro». Invece dai primissimi riscontri che dovranno essere confermati dalle indagini dei vigili del fuoco, pare che le fiamme abbiamo avuto origine da un surriscaldamento della canna fumaria che ha fatto scaturire le fiamme nel sottotetto con copertura in legno. Dopo tre ore dal loro arrivo, le squadre dei pompieri erano ancora impegnate a spegnere gli ultimi focolai.

 

Alla fine si è resa necessaria la scopertura intera dell'abitazione, divenuta ormai inagibile. Carabinieri e vigili del fuoco hanno aiutato la famiglia - assicurata contro gli incendi - a recuperare quanto necessario per una sistemazione provvisoria in casa di parenti.

 

fonte:http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2015/12/29/news/tetto-della-casa-a-fuoco-famiglia-sfollata-1.12689901

Oderzo 24 Dicembre 2015

ODERZO

Due anziani intossicati dal monossido a Oderzo

L'allarme nella notte. Sul posto i medici del Suem e i vigili del fuoco. I due coniugi, ottantenni, portati in ospedale

ODERZO. Paura nella notte di mercoledì per una coppia di anziani coniugi che hanno rischiato di morire intossicati a causa delle esalazioni di monossido provenienti probabilmente dalla stufa. L'emergenza è scattata in via Bosco, nel pieno della notte, a dare l'allarme pare proprio

uno dei due anziani, resosi conto delle difficoltà respiratorie. Sul posto l'immediato intervento di vigili del fuoco e Suem che li hanno fatti uscire dalla casa e trasportati d'urgenza in ospedale dove sono sotto stretta osservazione. Sul fatto indagano anche i carabinieri

VILLORBA/QUINTO 1/12/2015

 

Incendio in cucina, intossicati papà e tre figlie

È accaduto nella notte a Villorba. Qualche ora prima allarme a Quinto per l’incendio di una bombola di gpl

VILLORBA/QUINTO – Incendio in cucina, il padrone di casa e le sue tre figlie finiscono in ospedale per un’intossicazione da fumo. È accaduto questa notte verso l’1, in via Dei Mille a Villorba, dove sono intervenuti i vigili del fuoco. Al loro arrivo l’incendio aveva coinvolto la cucina ed era stato in parte spento dal proprietario.

I vigili del fuoco hanno spento completamente le fiamme e quindi hanno messo in sicurezza il materiale incendiato, in particolare la cappa aspirante ed i componibili della cucina.

Il proprietario dell’appartamento e le sue tre figlie sono rimasti intossicati, per questo sono stati trasportati in ospedale e ricoverati. I pompieri hanno effettuato un sopralluogo negli appartamenti al piano superiore rispetto a quello in cui si è verificato l’incendio, trovandoci del monossido di carbonio. Sul posto è intervenuta anche la polizia, che ora sta facendo accertamenti sull’accaduto.

 

Qualche ora prima, verso le 22, i vigili del fuoco sono intervenuti in via Costamala a Quinto per l’incendio di una bombola di gpl. Le fiamme si sono sviluppate al primo piano di una palazzina, la bombola era a servizio di una stufa in cucina.

L’incendio è stato spento dall’intervento immediato di un vicino di casa con un estintore, ma all’arrivo dei pompieri i locali erano ancora invasi da fumo misto a gas della bombola. I vigili del fuoco hanno messo in sicurezza i locali, chiudendo la bombola all’esterno dell’appartamento e bonificando la cucina.

Fonte:http://oggitreviso.it/incendio-cucina-intossicati-pap%C3%A0-tre-figlie-123002

Oderzo 19 Dicembre 2015

Incendio a Oderzo: tetto di una palazzina distrutto dalle fiamme

Incendio a Oderzo: tetto di una palazzina distrutto dalle fiamme

Paura a Oderzo quando le fiamme sono divampate in un condominio a pochi metri dalla stazione delle corriere. Ingenti i danni complessivi



Incendio a Oderzo: tetto di una palazzina distrutto dalle fiamme

ODERZO- Grande spavento sabato mattina, per i residenti di una palazzina situata a pochi metri di distanza dalla stazione delle corriere di Oderzo. Erano da poco passate le ore 11 quando le fiamme sono scoppiate violente sul tetto del condominio, attirando l'attenzione di molti cittadini che in quel momento erano usciti per le spese del fine settimana nei due supermercati limitrofi al luogo dell'incendio.

Sul posto sono giunti vari mezzi dei vigili del fuoco da Treviso e dal distaccamento di Motta di Livenza. Non si registrano fortunatamente persone ferite o intossicate, grazie anche al fatto che l'appartamento in cui il rogo ha avuto luogo era disabitato. I residenti delle altre abitazioni sono stati subito evacuati e messi al sicuro. Ingenti i danni complessivi alla struttura, le fiamme si sono estese su una superficie di 100 metri quadrati. A causare l'incendio è stato un malfunzionamento della canna fumaria, ma i vigili del fuoco non escludono anche l'ipotesi di un improvviso corto circuito da cui potrebbe aver preso il via il rogo.

Fonte:http://www.trevisotoday.it/cronaca/incendio-oderzo-oggi-19-dicembre-2015.html



 


ODERZO 28 Novembre 2015

Condominio in fiamme, panico e fuga

Tre appartamenti in via Marinai d’Italia distrutti dall’incendio scoppiato all’ultimo piano. Bambini e famiglie in strada 

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Le famiglie di Carlo Marin, di Ivan Tonetto e Boccato erano in strada, in lacrime, confortate dai vicini, mentre osservavano le fiamme divorare le loro case nuovissime.«Mia figlia è incinta», racconta il papà di Sara Segato, «è scappata dalla sua casa con le sole ciabatte ai piedi. Ora è a casa nostra a Chiarano, insieme alla mamma. Io starò qui finché mi lasceranno entrare , se mi lasceranno entrare. La sua casa è al pian terreno, spero che qualche cosa si salvi. La casa è nuova». Non se la sentono di parlare gli altri residenti, osservando in lacrime il disastro che ha mandato in fumo la loro abitazione. In via Marinai d’Italia, a pochi passi dal centro di Oderzo, oltre ai Vigili del fuoco, che hanno lavorato fino a tardissima notte per spegnere tutti i focolai, erano presenti anche i carabinieri della Tenenza di Oderzo.

Fonte:http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2015/11/28/news/condominio-in-fiamme-panico-e-fuga-1.12524407#gallery-slider=undefined

 

Gas refrigeranti, vietata la vendita senza patentino. La grande distribuzione disattenta sui nuovi obblighi

Alcuni centri del fai da te ritirano i refrigeranti dal self service dopo le segnalazioni dell'ATF
Lunedì 12 Gennaio 2015
Con l'attuazione a partire dal 1° gennaio 2015 del Regolamento (UE) n. 517/2014 per la progressiva eliminazione dei gas a effetto serra, sono entrati in vigore delle restrizioni anche per la vendita dei gas fluorurati, che possono essere venduti solamente a persone e/o aziende in possesso di certificazione personale e/o aziendale. Oltre che per il mondo della distribuzione, queste regole valgono ovviamente anche per la grande distribuzione organizzata.

Nei scorsi giorni l'Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo ha ricevuto una segnalazione riguardante la presenza in alcuni centri commerciali di bombole di gas refrigeranti vendute senza richiedere l’esibizione della certificazione prevista dalla normativa vigente. 
Le segnalazioni hanno spinto l’Associazione ad inviare una lettera ai responsabili delle principali catene di “Fai da Te” attive sul territorio nazionale i quali, una volta ricevuta la comunicazione, hanno dichiarato di aver ritirato dagli scaffali i refrigeranti incriminati in attesa di organizzarsi alla vendita regolamentata.
fonte:http://www.casaeclima.com/ar_20860_ITALIA-Norme-Tecniche-f-gas-refrigerante-ATF-patentino-frigorista-Gas-refrigeranti-vietata-la-vendita-senza-patentino.-La-grande-distribuzione-disattenta-sui-nuovi-obblighi.html?utm_source=Newsletter+casaeclima.com&utm_campaign=10f451fc68-RSS_EMAIL_CAMPAIGN&utm_medium=email&utm_term=0_0099aaf8c8-10f451fc68-313604405

Caldaie e climatizzatori: nuovo libretto di impianto (unico) obbligatorio da oggiComunicato di Rita Sabelli3 giugno 2014 10:17 Attenzione! Con Dm del 20/6/2014 il Ministero dello sviluppo economico ha prorogato al 15 ottobre 2014 la data dalla quale dotarsi obbligatoriamente del libretto unico, e ha specificato che la sostituzione può avvenire in occasione e con la gradualità dei controlli periodici di efficienza energetica o di interventi su chiamata per guasti o malfunzionamenti. Fino a tale data possono essere utilizzati sia i nuovi che i vecchi modelli di libretto. Si vedaquesto comunicato.Dal 1 Giugno 2014 gli impianti termici di climatizzazione invernale od estiva (caldaie, condizionatori d'aria, etc.), nuovi o già esistenti, devono essere muniti di un nuovo libretto di impianto conforme a quello approvato con Decreto del Ministero economico attuativo delle nuove norme di manutenzione sancite dal Dpr 74/2013 (1).Il nuovo libretto è unico, composto da varie schede, riguardanti sia gli impianti di riscaldamento sia quelli di raffreddamento come i condizionatori. In caso di installazione di un impianto nuovo è l'installatore che fornisce e compila il libretto. Per gli impianti già esistenti invece la responsabilità grava sul soggetto responsabile (il proprietario o comunque l'occupante dell'immobile), demandata al tecnico manutentore per quanto riguarda i dati tecnici. I “vecchi” libretti sostituiti dal nuovo non devono essere eliminati ma lasciati in allegato.Il nuovo libretto è scaricabile dal sito del Ministero dello sviluppo economico (www.mise.gov.it) per la compilazione manuale. E' possibile anche compilarlo telematicamente con una guida in linea, accedendo al sito del CTI (Comitato Termotecnico Italiano), stante l'obbligo di stamparlo nel caso di eventuali ispezioni.Sempre dal 1 Giugno 2014 sono cambiati anche i moduli dei “rapporti di controllo dell'efficienza energetica” che vengono rilasciati dai tecnici dopo ogni intervento di manutenzione o controllo. Sul punto si ricorda che i controlli da effettuare sono quelli di manutenzione ordinaria -con la periodicità prevista dal manuale tecnico dell'impianto, di solito annuale- e quelli di controllo dell'efficienza energetica -con la periodicità fissata dalla legge, dal Luglio 2013 il Dpr 74/2013, che va da due a quattro anni a seconda delle caratteristiche dell'impianto-.Attenzione, però: gli obblighi di controllo periodico riguardano impianti termici di climatizzazione invernale di potenza superiore a 10 kW e impianti termici di climatizzazione estiva di potenza superiore a 12 kW. Sono quindi incluse le normali caldaie domestiche (per le quali gli obblighi di controllo periodico non sono una novità) ma restano invece esclusi la gran parte dei piccoli condizionatori domestici (2).E' importante sapere anche che la responsabilità sui controlli e le manutenzioni è del soggetto (cosiddetto “responsabile”) proprietario dell'immobile o di chi lo occupa ad altro titolo. Su questi grava quindi il rischio di vedersi comminare sanzioni sia in caso di mancati controlli (variabili da 500 a 3.000 euro) sia in caso di mancata autocertificazione degli stessi al Comune. Riguardo invece la compilazione dei rapporti di controllo la responsabilità, con relativo rischio di vedersi comminare sanzioni (da 1000 a 6.000 euro), cade sul tecnico che li effettua.Per ogni informazione ed approfondimento si rimanda alla scheda praticaImpianti termici (caldaie, climatizzatori): utilizzo e controlli periodici(1) Dm Min.sviluppo economico del 10/2/2014 con allegati(2) Ci si riferisce alla potenza termica utile nominale che supera i 12 kW, statisticamente, negli impianti domestici adatti a raffreddare unità immobiliari dai 130 mq in su. Diverso il caso se l'impianto funziona anche per il riscaldamento; la fonte di informazione è in ogni caso il manuale tecnico fornito dal produttore.                                                                                                                                                                                                                              fonte:http://www.aduc.it/comunicato/caldaie+climatizzatori+nuovo+libretto+impianto_22274.php

COME PREVENIRE LE FUGHE DI GAS!

Nel nostro Paese si registrano ancora casi di esplosioni per fughe di gas tra le quattro mura domestiche, alcuni molto gravi che portano al crollo di edifici o addirittura decessi.

Per questo motivo, e sopratutto adesso in inverno che le caldaie e gli impianti di riscaldamento sono accesi, è necessario fare molta attenzione alla prevenzione delle perdite di gas.

Le fughe di gas, tanto GPL come gas metano, sono molto pericolose per due motivi: il principale è perché l'inalazione di monossido di carbonio è mortale, ma in più c'è il rischio di esplosione.

Uno dei primi accorgimenti è quello di effettuare regolarmente il controllo della caldaia, previsto dalla legge. Per farlo bisogna contattare un tecnico specializzato, oppure aderire al servizio offerto da alcune compagnie.

E' fondamentale, al di là della manutenzione della caldaia, averla installata nel luogo giusto, ovvero dove è assicurato il ricambio d'aria continuo. Bisogna non utilizzare la stessa canna fumaria per più impianti dato che si rischia che il monossido di carbonio rientri nella casa attraverso l'altra apertura.

E' importante, inoltre, rimpiazzare il tubo di gomma che porta il gas sul piano cottura, almeno una volta ogni 5 anni, oppure rispettare la data di scadenza stampata sul tubo.

Mai lasciare fornelli accessi esposti a correnti d'aria. In più, idealmente prima di andare a letto ma almeno quando ci si assenta da casa, è importante chiudere il rubinetto del gas o della bombola.

Se all'entrare in un'abitazione si dovesse avvertire odore di gas, occorre subito chiudere il rubinetto principale del gas o della bombola. In più, se l'interruttore della luce non si trova nella stanza dove si avverte l'odore di gas, bisogna staccarlo; altrimenti è meglio non toccare niente di elettrico.

Infine, se si avverte odore di gas in un locale non si devono mai azionare elettrodomestici, citofoni, campanelli o qualsiasi altro dispositivo che possa provocare scintille, nemmeno il telefono cellulare.

Fonte: SoSTariffe.it

 

Termosifoni: come regolare la temperatura dentro casa se l’impianto è centralizzato?

Quando l’impianto di riscaldamento è condominiale, capita che un singolo appartamento non riesca a riscaldarsi a sufficienza. O, viceversa, che in una certa casa faccia troppo caldo. Come fare per rimediare, in questi casi?

Gli impianti di riscaldamento centralizzati, di solito, sono più efficienti rispetto a quelli autonomi, oltre a permettere di dividere le spese di manutenzione. Dal momento che si tratta di sistemi in condivisione, però, possono presentare dei problemi di altra natura: che fare, ad esempio, se si vive nell’appartamento più freddo dello stabile e l’impianto condominiale non riesce a tenerci caldi? E come rimediare, al contrario, in caso di surriscaldamento, quando la caldaia rimane accesa troppo a lungo?

Un diritto sancito per legge

Intanto, cominciamo col dire che la legge tutela il diritto dei singoli condomini a godere di un riscaldamento uniforme e a vivere in condizioni di confort termico. Lo ha stabilito chiaramente la Cassazione con una sentenza vecchia di trent’anni, la numero 3775 del 10 giugno 1981. La Suprema corte, in particolare, ha sancito il diritto di chi vive in una casa particolarmente fredda ad «ottenere una maggiore fruizione del servizio comune». A patto però che gli altri appartamenti non debbano soffrire di un eccesso di calore e, soprattutto, che vengano rispettati i limiti stabiliti dalla normativa in materia di riscaldamento.

Le valvole termostatiche

Cosa fare, invece, quando in casa fa troppo caldo ma il resto dei condomini non è disposto a spegnere prima la caldaia centralizzata? In questo caso è possibile ricorre a particolari dispositivi tecnologici che permettono la regolazione della temperatura nei singoli ambienti ed, eventualmente, la contabilizzazione puntuale dell’energia utilizzata (permettendo in questo caso una ripartizione precisa dei costi a carico dei vari condomini). Lo strumento più semplice disponibile sul mercato consiste nelle cosiddette valvole termostatiche, che possono essere applicate ai singoli radiatori in sostituzione delle valvole manuali. Questo sistema permette di impostare, attraverso una manopola graduata, la temperatura desiderata nei diversi ambienti. Una volta fissata la temperatura, la valvola regola automaticamente l’afflusso di acqua calda al radiatore, permettendo di contenere i consumi ed evitare sprechi. In questo modo, va da sé, è possibile risparmiare combustibile nelle stanze che sono naturalmente più calde (ad esempio per una esposizione più favorevole), oppure quando un determinato ambiente è affollato (e quindi di per sé più caldo) o ancora quando in un certo ambiente sono in funzione elettrodomestici che disperdono calore. Grazie alle valvole termostatiche, inoltre, si può ad esempio assicurarsi una temperatura gradevole in bene il bagno evitando di riscaldare inutilmente altre stanze della casa. Volendo, è possibile collegare le valvole anche a dei timer, regolando l’accensione dei caloriferi anche su base oraria.

I sistemi di contabilizzazione
Un impianto di riscaldamento dotato di valvole termostatiche presenta anche un altro vantaggio: in questo caso, infatti, è possibile installare anche un sistema di contabilizzazione del calore, che permetta di calcolare con precisione i consumi del singolo condomino e ripartire i costi casa per casa (una quota della bolletta condominiale, relativa ai costi fissi, rimarrà comunque ripartita equamente o su base della suddivisione in millesimi).

I limiti legali
In ogni caso, che l’impianto sia autonomo o centralizzato, che sia o meno munito di valvole termostatiche, lanormativa nazionale indica con precisione il numero massimo consentito di ore di accensione delle caldaie, a seconda della fascia climatica in cui è collocato l’edificio (a Palermo, tanto per dire, gli impianti di riscaldamento possono restare in funzione meno tempo che a Bolzano). Quanto alla temperatura massima consentita, la media dei vari ambienti di un edificio non deve superare i 20 gradi centigradi. In caso di mancato rispetto degli obblighi di legge, è possibile rivolgersi alle autorità: a rischiare le sanzioni previste dalla legge saranno l’amministratore del condominio o l’eventuale terzo che si è assunta la responsabilità dell’impianto di riscaldamento (ma va detto che i controlli non sempre sono efficaci).

fonte: Eco dalle Città

Monossido di carbonio, cosa è utile sapere per proteggersi da un pericolo mortale. Vademecum dell’Asl 11

Le esalazioni di monossido di carbonio sprigionatesi da una stufa possono essere letali come, purtroppo, testimoniato da recenti fatti di cronaca.

Il pericolo maggiore è rappresentato dal monossido di carbonio, definito non a caso il ‘killer silenzioso’. Per questo si sconsiglia in modo categorico l’utilizzo di bracieri come fonte di riscaldamento degli ambienti interni.

I bracieri, infatti, sono responsabili nel 55% dei casi delle intossicazioni da monossido di carbonio avvenute negli ultimi anni sul territorio, seguiti dalle stufe a gas a tiraggio naturale e dalle caldaie a camera di combustione aperta e tiraggio naturale (36%) e, infine, dalle caldaie a camera di combustione stagna (9%).

L’interruzione durante la stagione primaverile ed estiva nell’uso di apparecchi e impianti di riscaldamento (caldaie, stufe, caminetti, cucine a legna, ecc…), associato all’assenza di controlli di manutenzione ordinaria e straordinaria, aumenta il pericolo di intossicazioni, causando gravi rischi che possono minare l’incolumità del nucleo familiare e, talvolta, anche degli eventuali condomini.

Nel caso in cui non si disponga di mezzi di riscaldamento adeguati è auspicabile l’utilizzo di piccoli riscaldatori elettrici dotati di termostato e marcatura ‘CE’ o di stufe mobili da adoperare, in ogni caso, sempre in ambienti ben aerati, come previsto dalla normativa vigente e in conformità al libretto delle istruzioni del rivenditore/fabbricante.

Perché il monossido di carbonio è pericoloso’

Il monossido di carbonio (CO) si forma ogni volta che sostanze contenenti carbonio vengono bruciate in carenza di ossigeno, condizione tipica di tutti i processi combustivi dei nostri mezzi di riscaldamento degli ambienti. Il monossido è un gas incolore, inodore e insapore, non irritante e altamente tossico per l’organismo, tutte caratteristiche che lo rendono impercettibile ai nostri sensi, quindi estremamente pericoloso.

Quali sono i primi sintomi’

I primi sintomi di un’intossicazione per concentrazioni di monossido di carbonio sono mal di testa, percezione visiva sfocata, palpitazioni e leggeri malesseri associati anche a nausea. All’interno delle abitazioni è possibile convivere con tali lievi disturbi se la perdita e, dunque, la concentrazione di monossido nei locali abitati sono minime. L’essere umano tenderà, infatti, a imputare la causa della sintomatologia ad altri fattori derivanti dal proprio stato di salute (influenza, modeste tossinfezioni alimentari ecc.), non badando alla sicurezza dei propri apparecchi a combustione, con specifico riferimento al sistema di scarico fumi e alla corretta ventilazione /aerazione dei locali.

Quali sono le misure di prevenzione

Occorre garantire la corretta ventilazione e aerazione (griglie/bocchette a parete) dei locali dove sono installati o utilizzati gli apparecchi di riscaldamento (inclusi i piani cottura), in modo da assicurare l’afflusso di aria necessaria alla combustione, nonché la fuoriuscita dei fumi e di eventuali miscele di gas non combuste.

Deve essere assicurata la tenuta delle canne fumarie e dei canali di fumo (ovvero i tubi che dalla caldaia/stufa si innestano sulla canna fumaria o direttamente sull’esterno), con particolare attenzione alle vecchie canne fumarie realizzate con tubi a innesto o in muratura.

E’ necessario far controllare tutti gli impianti e apparecchi a combustione nei termini e con le modalità previsti dalla legge. Generalmente, per gli apparecchi di piccola potenza diversi dalla caldaie la legge non prevede cadenze temporali sui controlli di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte di un’impresa abilitata/autorizzata. Pertanto, spetta sia ai proprietari che agli inquilini di immobili attivarsi per far verificare la sicurezza dei propri apparecchi a combustione, specie se di vecchia installazione o di acquisto datato mai fatti sottoporre a controllo.

Ulteriori informazioni tecniche e indicazioni di buona condotta sono disponibili sul sito dell’Asl 11www.usl11.toscana.it, nelle news della sezione dedicata al Dipartimento prevenzione (http://www.usl11.toscana.it/pagina_0.php’pag=prev|home), dove è possibile scaricare sia un opuscolo informativo in otto lingue che un dépliant tecnico-sanitario recante indicazioni utili per identificare le situazioni più a rischio.

Per eventuali chiarimenti in materia è possibile contattare l’unità operativa di Igiene e sanità pubblica ai numeri 0571 704824-25, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

 

fonte: Azienda Usl 11 – Empoli

Caldaia in tilt, famiglia all’ospedale. Quattro in camera iperbarica

Firenze, 11 novembre 2013 – IL MONOSSIDO di carbonio sarebbe la causa dell’intossicazione di una intera famiglia avvenuta a Lastra a Signa nel tardo pomeriggio di ieri. In tarda serata la madre di 26 anni, il padre, il figlioletto di 6 anni e la nonna sono stati portati in camera iperbarica a Careggi.

Intorno alle 18 di ieri il vicino di casa, in via Giovanni Amendola 30, ha dato l’allarme al 118 raccontando di aver visto la mamma del bambino accasciarsi a terra semisvenuta. In un attimo all’indirizzo segnalato sono arrivati i volontari della Misericordia di Lastra a Signa che hanno portato la donna a Torregalli e chiesto rinforzi alla centrale operativa. Ed ecco arrivare sul posto anche la Pubblica assistenza si Signa. Il medico nel prestare i primi soccorsi agli altri occupanti dell’appartamento, ha ipotizzato subito che il veleno fosse nell’aria. Lo ‘sniffer’, una sorta di naso elettronico per gli agenti intossicanti, gli ha dato ragione così sono stati chiamati i vigili del fuoco. E sono stati loro ad accertare la presenza nell’aria di monossido di carbonio. Molto probabilmente è stata la caldaia a rilasciare la micidiale miscela, ma questo sarà accertato dal perito e dai pompieri in un secondo momento. Il magistrato d’urgenza ha disposto che gli esperti dei vigili del fuoco sequestrassero l’impianto di riscaldamento per consentire gli accertamenti necessari.

E’ possibile, spiega il vicino di casa, la persona che ha chiamato il 118, che l’allarme sia stato ritardato di qualche minuto perché proprio lui stava facendo le caldarroste su quella speciale padella forata e avrebbe finito per bruciare il manico della padella stessa. Un forte odore acre si è diffuso nello stabile e forse i primi disturbi dei membri della famiglia del primo piano, possono essere stati attribuiti a questo. Invece era il killer silenzioso che stava operando.

In un primo momento la madre è stata portata all’ospedale di Torregalli mentre il piccolo è stato ricoverato al Meyer. In un secondo momento è stata ricoverata anche la suocera e il babbo del bambino.Tutti e quattro sono stati sottoposti a ossigenoterapia in ospedale. In serata poi la decisione di trasferire tutti a Careggi per una terapia in camera iperbarica. In buona sostanza per sottoporli a quella che è definita una ossigenazione totale per evitare complicazioni neurologiche oltre a quelle respiratorie immediate. Nel corso della notte i medici potrebbero sciogliere la prognosi soprattutto per la madre ventiseienne.

 

fonte: La Nazione

Incendio di una canna fumaria in una casa del Pavese…

Incendio di canna fumaria in una casa di Torre Sacchetti

STRADELLA. E’ con ogni probabilità dovuto alla fuliggine che si era depositata sulle pareti del camino l’incendio che, l’altro pomeriggio, ha interessato la canna fumaria di un’abitazione privata di…

E’ con ogni probabilità dovuto alla fuliggine che si era depositata sulle pareti del camino l’incendio che, l’altro pomeriggio, ha interessato la canna fumaria di un’abitazione privata di Torre Sacchetti, a Stradella. Il proprietario ha contattato il 115, il numero d’emergenza dei pompieri.

Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di Broni che, in pochi minuti, hanno domato le fiamme.Con l’arrivo della stagione invernale si riaccendono i camini e gli impianti di riscaldamento, spesso senza provvedere alla verifica o alla pulizia della canna fumaria, con possibilità che la fuliggine depositata prenda fuoco.

I pompieri invitano i proprietari di camini ad avvisare i tecnici specializzati per far pulire dalla fuliggine le canne fumarie, evitando così spiacevoli sorprese.

Un utile consiglio che potrebbe evitare qualche uscita agli uomini del 115 e, soprattutto, garantire la sicurezza delle abitazioni.

 

fonte: La Provincia Pavese

Incendio canna fumaria

 

 Perché brucia

    Quando la stufa è accesa, il fumo caldo prodotto dalla combustione sale nella canna e può depositare sulle sue superfici interne, fredde, la fuliggine. Si possono trovare strati di 2-3 centimetri di questo materiale spugnoso di colore nero che rivestono tutta la canna, più spessi verso l’alto e nelle eventuali curve.

Quando brucia

    Quando il camino è acceso, se si verifica una fiammata più alta del solito, o se c’è vento asciutto e freddo che risucchia le faville, lo strato di fuliggine depositato sulla superficie interna può incendiarsi.

    È un ottimo combustibile, e grazie al notevole flusso di aria ("fa camino") avviene una violenta combustione che produce rapidamente molto calore. In genere è di breve durata (10 - 15 minuti), e produce anche un grande rumore e vibrazioni.

    Dal camino escono violentemente le faville, mentre dalla stufa esce un fumo acre.

    È frequente nei primi periodi di freddo, nelle giornate di vento asciutto, specialmente nelle stufe che vengono accesse solo raramente, e nelle case di campagna poco frequentate.

Che danni produce

    Il calore prodotto arroventa la superficie interna, e può fare crepare le pareti della canna e i muri confinanti (mai dare acqua!), col pericolo di estendere l’incendio ai mobili e alle travi del soffitto.

    Durante e dopo l’evento cadono nel camino braci e pezzi di mattoni incandescenti, che possono uscire dal camino sul pavimento e incendiare la legna, i tappeti ed altri oggetti. All’esterno le faville che escono dal comignolo possono ricadere su materiali combustibili.

Come evitarlo

  • Occorre togliere la fuliggine dalle pareti della canna fumaria ogni anno, prima di usarla di nuovo; occorre pulirla per tutta la sua lunghezza; in genere la quantità depositata è maggiore verso l’alto, e si formano ammassi di materiale presso le parti in pendenza e curve

  • Assicurarsi che il tiraggio dell’aria sia efficiente, non ci siano ostacoli o intasamenti lungo la canna (nidi di vespe o di uccello, carte aspirate, ecc.)

  • Si può vedere facilmente la presenza delle incrostazioni di fuliggine osservando le aperture del camino, sul tetto, incrostate da uno spesso strato

  • Le canne fumarie vanno costruite a regola d’arte, con un solo focolare ciascuna, verticali e di larghezza omogenea, senza curve o pendenze, e isolate termicamente dal resto dell’edificio (specialmente dalle travi in legno)

  • Installate una valvola per la chiusura dell’aria

  • Verificate spesso che non si formino crepe sulle pareti a contatto della canna, da cui potrebbero uscire fumo e fiamme

  • Bruciate legna secca non impregnata di resina, olio o catrame

  • Non bruciate cartone, carta, imballaggi; i pezzetti leggeri e infuocati volano su per la canna e fuori dal camino, portando il fuoco sul tetto

  • In generale, quando togliete la cenere e le braci, usate un contenitore di metallo, e non conservatele in casa; non mettetele neppure nel cassonetto della spazzatura

Sta bruciando, che fare?

  • NON GETTARE ACQUA NEL CAMINO DALL'ALTO; toccando le pareti arroventate le farebbe crepare all’istante; inoltre la pressione del vapore acqueo prodotto le può indebolire o distruggere. Potete bagnare con poca acqua la legna o il combustibile presente nel caminetto, ma senza bagnare i laterizi circostanti.

  • Chiamate i vigili del fuoco

  • Impedite l’accesso dell’aria alla canna dal basso; chiudete la valvola dell’aria, oppure il pannello di chiusura dell’intero caminetto, se li avete

  • Potete anche usare un estintore, dal basso;

  • Allontanate mobili e altri oggetti dai muri attigui la canna fumaria (col dorso della mano individuate i punti più caldi)

  • Gettate sale grosso o ghiaia o sabbia nel comignolo dall’alto per staccare le braci dalle pareti (usate guanti da lavoro per toccarlo), ma non fatelo da soli; usate una corda di sicurezza e fate attenzione a non rischiare di scivolare dal tetto

  • Dopo:

    • verificate che eventuali faville non siano uscite da crepe della canna, o dal camino spargendosi all’esterno, con rischio di propagare l’incendio

    • non usate il caminetto fino a riparazioni terminate, o a quando un muratore esperto non ne ha verificato la sicurezza

    • arieggiate gli ambienti, l’odore del fumo resterà a lungo

Nel Torinese guasto alla caldaia. Ucciso dal monossido.

Dramma ad Airasca, nel Torinese: la vittima è un pensionato di 66 anni, Luigi Basta: era sceso in cantina per un controllo

Un pensionato di 66 anni, Luigi Basta, stato trovato morto questa mattina nella sua cantina ad Airasca, in provincia di Torino. Si chiamava Luigi Basta. Il corpo dell’uomo era incastrato tra due intercapedini. L’allarme è stato dato dal figlio che ha chiamato i soccorsi.

L’uomo era sceso in cantina proprio per controllarla perché, secondo il racconto della moglie, aveva visto uscire del fumo. I carabinieri e i vigili del fuoco sono ancora al lavoro e stanno valutando se sequestrare il locale.
E’ stato il malfunzionamento della stufa a pellet e legna a causare la fuoriuscita di monossido di carbonio le cui esalazioni hanno ucciso Basta, 66 anni, ad Airasca (To), trovato morto questa mattina dopo essere sceso in cantina ieri sera, nei locali in cui si trova la stufa. I  locali del seminterrato dell’abitazione, in via Canonico Bonino sono stati posti sotto sequestro, dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco e dei carabinieri.

fonte: La Repubblica

 Regione Valle d’Aosta. Intossicazione da monossido di carbonio, un’altra famiglia finisce in ospedale

Dopo la disavventura che ieri ha visto protagonista una famiglia di Fénis, oggi all’Ospedale Parini di Aosta è arrivata un’altra famiglia, di Verrès (composta da quattro persone: padre, madre e due figli, maschio e femmina, maggiorenni), con una probabile intossicazione da monossido di carbonio. I pazienti che comunque non sembravano essere in gravi condizioni, sono ancora in fase di diagnostica.
Cos’è il Monossido di carbonio 
Il monossido di carbonio (formula chimica: CO) è un gas tossico inodore, incolore, insapore, non irritante, invisibile ed impossibile da percepire. E’ un prodotto della combustione incompleta di vari elementi (come gas domestico, gasolio, carbone, legna). L’esposizione prolungata a questo gas può determinare la riduzione dell’apporto di ossigeno ai tessuti del corpo. Le persone più sensibili all’effetto tossico del CO sono i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani ed i cardiopatici.

I sintomi dell’intossicazione 
I sintomi dell’intossicazione da monossido di carbonio possono non essere immediatamente evidenti e pertanto rischiano di essere sottovalutati. Solitamente variano e si aggravano in funzione della durata dell’esposizione e della concentrazione inalata: intossicazione lieve; mal di testa, nausea, vomito, stanchezza intossicazione moderata; mal di testa, tachicardia, stato di confusione, possibile perdita di coscienza di breve durata intossicazione grave; stato di coma, convulsioni, aritmia cardiaca, decesso.

Come prevenire il rischio
Eseguire regolarmente la manutenzione degli impianti di riscaldamento e degli apparecchi termici, come consigliato dagli installatori.
Fare eseguire da personale qualificato ed abilitato le manutenzioni ordinarie e straordinarie agli impianti ed alle canne fumarie. Pretendere (soprattutto in caso di locazioni stagionali da terzi o di installazione di nuovi impianti) le certificazioni dei requisiti di sicurezza. Esigere (o provvedere a) l’adeguamento degli impianti secondo le normative vigenti. Non modificare mai impianti ed apparecchi termici di propria iniziativa.

Cosa fare in caso d’intossicazione 
Nell’eventualità di una possibile intossicazione da monossido di carbonio (o anche nel dubbio) è importante, per prima cosa, aerare il locale aprendo porte e finestre ed attendere il ricambio dell’aria, in modo che il gas presente non colpisca anche i soccorritori. Subito dopo, è necessario spostare le persone intossicate oppure posizionarle su un fianco (per evitare il soffocamento da vomito) e chiamare il servizio sanitario 118 per le operazioni di primo soccorso. E’ bene ricordarsi di non accendere le luci (il monossido di carbonio potrebbe non essere l’unico gas presente nell’ambiente) per evitare il pericolo di esplosioni.

 

fonte: www.aostasera.it

Sicilia. Gangi, esplode la bombola del gas tre anziani salvati dall’elisoccorso

Incidente domestico in un’abitazione del centro delle Madonie. Due coniugi e un loro parente investiti dall’eplosione in cucina causata da una fuga di gas.

Poteva trasformarsi in tragedia la fuga di gas che stamani, poco prima di mezzogiorno, nel cuore del centro storico, in via Vittorio Emanuele, nell’antico quartiere di santa Maria, ha investito tre anziani settantenni. A rimanere feriti due fratelli, Giuseppe e Gandolfo Mocciaro, rispettivamente di 70 anni e 79 anni e la moglie di quest’ultimo Giuseppa Carrara di 70 anni. A causare l’incidente domestico sembra sia stato un vecchio tubo di una bombola da dove sarebbe uscito il gas. L’esplosione ha mandato in frantumi i vetri dell’abitazione ed ha investito i tre anziani pensionati.

Le fiamme e il fumo hanno invaso la piccola abitazione, solo il pronto intervento dei vigili del fuoco, del distaccamento di Petralia Soprana, ha evitato il peggio. Tra i primi ad arrivare sul posto anche il sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello che ha prestato i primi soccorsi e allertato anche l’eliambulanza. I tre sono stati soccorsi dai medici del 118, Gandolfo e la moglie Giuseppa sono stati trasportati, con l’elisoccorso, al Civico di Palermo, con varie ustioni lievi su tutto il corpo, Giuseppe Mocciaro invece è stato ricoverato presso l’ospedale di Petralia Sottana per accertamenti, l’uomo sembra avrebbe solo inalato del fumo.

 

fonte: La Repubblica

Morì un 59enne per aver respirato monossido di carbonio: condannato chi aiutò a installare la caldaia

NOVARA – Un anno e 4 mesi, pena sospesa, a patto che risarcisca le parti civili, questa mattina, giovedì 13 giugno, in Tribunale a Novara, nei confronti di un 50enne valsesiano.
L’uomo era sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio colposo per la morte di un 59enne avvenuta a Romagnano Sesia l’antivigilia di Natale del 2010.

Quel giorno, qualche minuto dopo le 18, la moglie della vittima era rientrata a casa dal lavoro, trovando marito e figli piccoli riversi sul pavimento, tramortiti dall’aver respirato monossido di carbonio. Purtroppo per il coniuge non c’era più nulla da fare, mentre i due bambini (all’epoca di 12 e 7 anni), soccorsi e portati alla clinica “I Cedri” per la camera iperbarica, si sono pian piano ripresi.

Stando a successive indagini e all’inchiesta aperta pochi giorni dopo la tragedia, la stufetta era nuova; sarebbe stata installata solo il giorno prima con l’aiuto di un amico della vittima, di un tecnico. Persona che è finita poi a processo per omicidio colposo.

Per il difensore dell’imputato non ci sarebbero state colpe da parte del 50enne, ragione per cui ne ha chiesto l’assoluzione, evidenziando come non fosse compito dell’uomo sigillare un buco presente nel muro nella zona dell’installazione della caldaia (per il legale era opera che doveva fare un tecnico specializzato, in quanto sarebbe servita una vera e propria opera muraria, ndr).

Non così l’hanno pensata il giudice Marta Criscuolo, come anche il pm Nicola Serianni, che aveva evidenziato come l’imputato “non avrebbe dovuto dare il via al funzionamento della caldaia”.

 

 

fonte: www.corrieredinovara.it

15 Maggio 2013 Rinnovabili - A rischio dal 1° agosto 80 mila imprese e 200 mila installatori di impianti. La denuncia di Cna, Confartigianato e Casartigiani

15 Maggio 2013
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Questa mattina le tre associazioni hanno promosso a Roma una giornata di mobilitazione per chiedere che venga modificata, e nell'immediato almeno prorogata, la direttiva 28/2011 sulle energie rinnovabili, che di fatto impedisce a decine di migliaia di responsabili tecnici delle imprese impiantistiche di continuare a lavorare, non riconoscendo l’abilitazione acquisita e imposta loro dalla legge 37 del 2008. All’incontro sono intervenuti parlamentari dei diversi schieramenti. Presenti anche il Segretario generale della Cna, Sergio Silvestrini e il Presidente nazionale della Cna, Ivan Malavasi, che ha concluso l’incontro.

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Dal 1° agosto 80.000 imprese di installazione impianti, con circa 200.000 addetti, nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico, a biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia) non potranno più lavorare. Motivo: il decreto legislativo n. 28 del 2011, che recepisce una direttiva europea e ha lo scopo di incentivare l’uso delle energie rinnovabili, tra i requisiti per poter installare impianti non prevede l’abilitazione oggi riconosciuta dalla legge 37 del 2008 per i responsabili tecnici delle imprese impiantistiche.

In pratica, agli operatori in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e dell’esperienza maturata in anni di lavoro si nega sia il riconoscimento della qualificazione professionale acquisita e imposta dalla legge del 2008 per operare sugli impianti sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento. Per la nuova normativa è come se non esistessero. Con il risultato che, dal prossimo 1° agosto, decine di migliaia di installatori di impianti nel settore delle fonti rinnovabili saranno tagliati fuori dal mercato.

Gli Impiantisti di Cna, Confartigianato e Casartigiani si stanno battendo da tempo contro le disposizioni del decreto legislativo. Ma finora le richieste di chiarimento e di modifica sono rimaste senza risposta. Per questo, le tre Confederazioni questa mattina hanno organizzato la mobilitazione della categoria e incontrato, presso l’Hotel Nazionale di Roma, parlamentari di diversi schieramenti, sollecitandone l’intervento per modificare una disposizione assurda che finisce per creare una nuova categoria di ‘esodati’.

"Il Governo ed il Parlamento garantiscano a tutti gli installatori abilitati la possibilità di continuare a svolgere la loro attività nel settore delle energie rinnovabili – ha detto Carmine Battipaglia, Presidente Nazionale di Cna Installazione Impianti -. Si tratta di una questione sociale. Siamo riusciti a creare degli esodati anche in un settore dinamico e trainante, con grandi prospettive future, come questo. Un settore che tiene, nonostante la crisi che le aziende stanno vivendo in totale solitudine, tra la miopia delle banche”.

“Chiediamo – ha continuato Giovanni Barzaghi, Presidente di Confartigianato Impianti -  di cambiare il decreto legislativo 28/2011. Soprattutto in questo momento di crisi una norma come questa si abbatte come una mannaia sulle imprese e sui lavoratori. Tutto il contrario di quanto servirebbe sia per favorire l’occupazione sia per contribuire a sviluppare il settore delle energie rinnovabili”.

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L'assurdità – ha aggiunto Piero Valenzano, responsabile di Casartigiani Installazione Impianti - è che, qualora non venisse fatta chiarezza sull'applicazione della norma, si potrebbe configurare il caso di un Responsabile Tecnico di una impresa che installa da anni pannelli solari o fotovoltaici, pienamente qualificato in base ai criteri oggi definiti, al quale verrebbe impedito, per la sopravvenienza della norma, di continuare a svolgere il lavoro che svolgeva prima dell'entrata in vigore dei nuovi requisiti”.

“Riteniamo evidente – ha continuato Battipaglia - la lesione del principio comunitario di tutela della concorrenza che una tale disciplina comporta in riferimento al problema dell’esclusione dei Responsabili Tecnici dalla possibilità di continuare ad operare nel settore delle rinnovabili. Una simile artificiosa, drastica riduzione del numero dei concorrenti nel mercato non potrà che determinare il sorgere o il consolidarsi di posizioni dominanti. E’ una situazione kafkiana dai dubbi profili costituzionali, che certamente lede il principio di libera concorrenza tra imprese e che faremo di tutto per modificare”.

 A sottolineare i dubbi di incostituzionalità e la necessità di sospendere - in attesa di poter modificare -  la norma in questione, sono stati anche i numerosi parlamentari dei diversi schieramenti intervenuti all’incontro: a partire dall’onorevole Giancarlo Sangalli (Pd) primo firmatario al Senato della mozione per modificare la norma, al senatore Enrico Cappelletti (M5S), all’onorevole Raffaello Vignali (Pdl), a Susanna Cenni (Pd) e Camilla Fabbri, ex segretaria della Cna di Pesaro Urbino oggi al senatrice del Pd e ancora Matteo Bragantini (Lega), Chiara Braga (Pd) e Piergiorgio Carrescia (pd), 

All’incontro erano presenti anche Giorgio Merletti, Presidente nazionale di Confartigianato e per la Cna il Segretario generale, Sergio Silvestrini e il Presidente nazionale, Ivan Malavasi, che ha concluso l’incontro con un invito al nuovo Parlamento. "Quando si fanno le norme – ha detto - vorremmo che ci chiamaste prima, invece che correre ai ripari dopo".

 

fonte:http://www.cna.it/Primo-Piano/Rinnovabili-A-rischio-dal-1-agosto-80-mila-imprese-e-200-mila-installatori-di-impianti.-La-denuncia-di-Cna-Confartigianato-e-Casartigiani

 

Riano, esplode la caldaia di casa:
muore operaio, aveva 43 anni

Tragedia a Riano. La vittima è un operaio 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ROMA - Era un operaio romeno la vittima dell'esplosione avvenuta nella dependance di una abitazione in via Codette, a Riano, vicino Roma. A provocare lo scoppio sarebbe stata una fuga di gas per il malfunzionamento di una

bombola che si trovava in piccolo locale che l'uomo, un giardiniere, utilizzava per le ore di riposo durante l'orario lavorativo. 

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Riano e della Compagnia di Bracciano, oltre al 118 e ai vigili del fuoco.

 fonte:http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/riano_roma_morto_bombola_gas_esplosa/notizie/263023.shtml

Scaldabagno guasto, famiglia ricoverata in ospedale per esalazioni di monossido

In via Amadeo

 

Tre le persone coinvolte: saranno sottoposti a trattamento nella camera iperbarica

Fuga di monossido, famiglia in ospedale (Frascatore)
Fuga di monossido, famiglia in ospedale (Frascatore)

Milano, 21 aprile 2013 - Una famiglia di tre persone è stata trasportata in ospedale, a Milano, per le inalazioni di monossido di carbonio emesse dal malfunzionamento di uno scaldabagno. Questa, almeno, è l’ipotesi dei vigili del fuoco, intervenuti alle 15.30 in via Amadeo 40 dopo la segnalazione del 118.

Un uomo di 69 anni, sua moglie di 61 e il figlio di 38 sono stati accompagnati prima alla clinica Città Studi e poi trasferiti all’ospedale Niguarda per essere sottoposti a trattamento in camera iperbarica. Le loro condizioni non sarebbero gravi.

       FONTE:http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/04/21/877215-scaldabagno_guasto.shtml

 

12 Aprile 2013
PATENTINO DEL FRIGORISTA Dal Ministero dell’Ambiente proroga di 60 giorni per l’iscrizione al Registro nazionale dei gas serra

Soddisfazione di CNA, Confartigianato, Casartigiani:  “Bene il rinvio, ma ora ridurre gli oneri burocratici sulle imprese e dare il tempo necessario per svolgere i corsi di formazione”

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CNA, Confartigianato e Casartigiani esprimono soddisfazione per la proroga di 60 giorni prevista dal Decreto direttoriale del Ministero dell’Ambiente per consentire agli imprenditori che installano, riparano e fanno la manutenzione di apparecchiature contenenti gas serra (pompe di calore, gruppi frigoriferi, condizionatori d’aria, lavatrici industriali, climatizzatori in abitazioni e su auto) di iscriversi al Registro nazionale dei gas fluorurati e ottenere il certificato o l’attestato che li abilita ad operare, come previsto dal Dpr 43/2012.

“Il Ministero dell’Ambiente – sottolineano le Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi - ha compreso le nostre sollecitazioni e le enormi difficoltà di 200.000 installatori di impianti e autoriparatori che dal 12 aprile rischiavano di trovarsi senza lavoro oppure di dover operare fuori legge a causa dell’impossibilità di iscriversi al Registro e ottenere la certificazione necessaria per operare. I 60 giorni di tempo previsti per iscriversi al Registro si sono infatti rivelati, come avevamo previsto, troppo pochi per consentire al sistema delle Camere di Commercio, che gestisce la registrazione e il rilascio dei certificati, di smaltire l'enorme  mole di richieste di iscrizione”.

“Apprezziamo il provvedimento del Ministero – continuano le Confederazioni – ma ora riteniamo necessari ulteriori interventi per restringere il campo di applicazione del Dpr 43/2012, dare il tempo necessario per poter mettere in formazione molte migliaia di operatori e alleggerire gli oneri burocratici e le sanzioni a carico delle imprese”.

 Scarica il testo del Decreto

 

Decreto Ministeriale Ambiente
Decreto Ministero Ambiente su differimen
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